Quei momenti talmente grandi e belli, che il cervello va in tilt. Il cuore sbatacchia nella cassa toracica ma a te pare si sia fermato. Il mondo intorno si cristallizza, balza avanti, torna indietro, boh. L’istante diventa eterno e dopo un attimo è passato. Esagero? Non esagero.
Eccole lì, le mie nipotine.
Spetta, non tutte quante, eh. Questa qui, al di qua del vetro. E quella al di là, con la copertina rossa. Le due più belle, insomma.
Mi trovo lì con il mio fratellone di mezzo a guardare la piccola Giorgia, nata da appena una decina di ore, che sonnecchia nella sua prima culla – o la seconda, se vogliamo essere filosoficopoetici. Come se già questo non fosse abbastanza intensoprofondomegafantabuloso. E dopo poco arriva il fratellone più one con la “piccola” Elisa, diciott’anni la prossima settimana (che ormai è domani). Ci saluta sorridente, e si appiccica euforica al vetro a guardare la nuova arrivata.
“Oddio.”
Bum.
“Diciott’anni fa c’era lei, dietro al vetro.”
Eccolo.
“E io, euforica, appiccicata.”
Il momento.
La mia nipotina è grande. Io sono grande. Non so neanche io quale dei due pensieri abbia prevalso sull’altro. Forse è stata la loro lotta intestina a causare la paralisi del mio intero corpo ad eccezione dei dotti lacrimali. Il primo campanello d’allarme dei trenta che si avvicinano inesorabili, e l’ultima conferma che devo smettere di regalare peluche e collanine ad una ragazza che tra un po’ prenderà la patente, e che tra altri diciott’anni, fermandosi in prossimità delle strisce pedonali, mi vedrà attraversare la strada appoggiata al mio tripode, inveendo in pessimo genovese contro i ragazzini sugli hoverboard.
Anch’io dovevo nascere il 19-12-1994 ma in realtà sono nata il 19-10 🙂
passa da me se ti va.. 🙂