Speravo che venire a lavorare durante la chiusura aziendale avrebbe reso il ritorno in ufficio meno traumatico.
Come da titolo.
Guardare il mio riflesso ciondolare sonnacchioso nel monitor, sbadigliando stancamente mentre mi sorprendo di come possa essere annoiata dopo soli venti minuti alla scrivania, mi fa domandare come sarebbe stato il rientro se avessi in effetti goduto dei sedici giorni di ferie pseudo forzata. Sarei entrata nell’ufficio giusto? Avrei confuso la tritadocumenti con la fotocopiatrice? Avrei risposto al telefono con la frase sbagliata, tipo “Angel Investigation, we help the helpless”? Meglio non saperlo.
Nel frattempo mi chiedo, come mai tutti si lamentano di come lavorano i colleghi? Questo è uno di quei pensieri nei quali mi inlooppo facilmente: se io mi lamento perchè te lavori male, e tu ti lamenti perchè quell’altro lavora male, vuol dire che quell’altro, secondo i miei canoni, lavora bene? O vuol dire che non c’è limite al peggio? O vuol semplicemente dire che ognuno lavora a modo suo e pensa che gli altri non siano capaci di lavorare come si deve solo perchè lavorano diversamente?
Eppure ero partita bene. Meglio fermarmi del tutto prima di buttare all’aria un articolo decente.